Professioni di aiuto

Chi ha scelto il mondo delle relazioni di aiuto
si confronta quotidianamente con il fascino e la complessità del prendersi cura dell'altro.

"L'aver cura significa prendersi a cuore
il mondo esperienziale dell'altro per facilitare il più possibile la qualità della sua vita."
Luigina Mortari

Il nostro progetto per supportare i professionisti delle relazioni di aiuto:

“Aggiornamento, Supervisione, Reputazione:

le parole chiave per costruire buone pratiche”

“Chi si cura di chi si prende cura?”

Nella sua quotidianità professionale il “datore di cure” affronta  la difficoltà dell’incontro con il corpo dell’altro, con i segni che (si) porta addosso e con il suo animo inqueto. Fisicità diverse si contaminano e mentre chi ci ha scelto ha bisogno di conseguire nuove maturazioni esistenziali noi professionisti, sappiamo di non sapere”, e veniamo investiti del compito di essere presenti, di esserci (Dasein).

L’unione del datore e “del cercatore di cure” genera un processo che si espande e contrae passando per differenti tematiche talvolta lineari altre volte concentriche, sentendo slanci e imbarazzi,  affettività e crisi, movimenti e arresti, stereotipi e reticenze in un cammino che attraversa linguaggi sempre nuovi da comprendere.

Il prendersi cura è un lavoro di relazione, è sempre fatto allo scoperto, è ricco di emozioni ed è di difficile progettazione. Si tratta di una relazione sempre con una trama profonda fatta di sentimenti e intercorporeità. La relazione è la parte integrale della professione, è l’operatore che agisce sulle funzioni di coloro che concorrono a costruirla e ne hanno bisogno.

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La ragione e la passione sono il timone e la vela di quel navigatore che è l’anima vostra. Se il timone o la vela si spezzano, sbandati, andrete alla deriva o resterete fermi in mezzo al mare

Gibran

Il Centro Studi promuove la cultura delle buone pratiche e la ricerca nelle professioni di aiuto.

Promuovere nelle professioni di aiuto la cultura delle buone pratiche e la ricerca significa costruire e mantenere una buona postura professionale.
Ciò consente ad ogni operatore di avere la flessibilità necessaria nel costante mutare esistenziale e di intercettare quei cambiamenti sociali che obbligano ad una riflessione sulla forma e sulla coerenza del proprio agire.

Nel mondo delle relazioni di aiuto servono progetti che diano valore alla storia del professionista e della professione che rappresenta.
Occorre sostenere la collaborazione tra professionisti e non temere le integrazioni e le sovrapposizioni generate dall’evoluzioni e intersezioni professionali. 

Di cosa hai bisogno? 

Aggiornamento

L’aggiornamento di un professionista “deve” avere come intenzione: lo sviluppo della cultura professionale, il lavoro su se stessi e il supporto delle buone pratiche integrate. Occorre, inoltre, che sia  congruente con il contesto del professionista, proporzionato economicamente e spendibile realmente nel quotidiano con i clienti. L’obiettivo di un aggiornamento è quello di aiutare l’operatore a crescere nella prassi e nella sua umanità. Questo significa costruire una solida cultura per le professioni di aiuto.

Supervisione

In molti modelli di supervisione ritroviamo uno schema composto da tre momenti, stadi o processi. 
Il primo è essenzialmente legato allo sviluppo di abilità professionali e dei sistemi di riferimento che ogni operatore accresce con la pratica. 
Il secondo può essere considerato un sostegno alle criticità della professione e allo sviluppo dell’identità del professionista. Il terzo sostiene lo sviluppo delle capacità integrative per condurre l’intervento in una società complessa in continuo mutamento.

 

Reputazione

Per una professionalità autentica occorrono sapere esperienziale e ricerca scientifica. Il fine è quello di ricostruire una cultura dell’agire professionale integrata, non adattata, ai cambiamenti digitali della comunicazione. Reputazione per noi significa: mettere in atto azioni fondate su buone pratiche professionali che permettano di assumere decisioni e sintetizzare comportamenti coerenti; capacità di contestualizzare il proprio messaggio professionale e intercettare le richieste delle persone.

 

Come affrontare le sfide professionali e costruire un progetto che tuteli la professionalità?

Il professionista delle relazioni di aiuto è spesso in difficoltà a causa della realtà lavorativa che vive, dei costi sostenuti e dei continui cambiamenti che avvengono nel mondo del "to care". Impara e lavora su se stesso per "esserci autenticamente", costruire progetti per le persone e nello stesso tempo i suoi sforzi spesso non vengono ripagati intellettualmente ed economicamente

Quali sono le tue domande?

Come gestire le relazioni professionali ed interprofessionali?

L’intervento multiprofessionale e l’integrazione tra professionisti si fonda su visioni differenti e su processi che consentano di costruire progetti condividendo linguaggi, anche, diversi.

Come gestire i confini e ridefinire gli spazi delle professioni di aiuto?

Libertà di azione e motivazione hanno radici profonde nell’essere umano e ne determinano il comportamento e la natura. Occorre interrogarsi su queste radici per comprenderne i cambiamenti.

Quali conflitti e criticità professionali si incontrano più spesso?

La nostra cultura professionale è umanistica ed è contraddistinta dal concetto di “apertura all’esperienza”. La capacità di crescere dei professionisti crea movimenti inaspettati espandendosi. 

Come gestire la variabile del tempo nelle relazioni di aiuto?

 Individuando i passi necessari affinché i professionisti (come i loro clienti) costruiscano un itinerario per la loro realizzazione nel tempo e attraverso passi e deviazioni raggiungano le loro mete.

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